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 My city 

In Sardegna un recupero con materiali naturali e luci a tecnologia LED

 

Arch. Genziana Fabiani

Ci troviamo nel paese di San Gavino Monreale, nel Medio Campidano, nella zona Sud-Ovest della Sardegna. Qui la materia prima per costruire è sempre stata la terra cruda. Si utilizza in forma di mattone, il ladiri, composto da argilla e paglia e lasciato ad essiccare al sole. Il centro storico di San Gavino è costituito, per la maggior parte di case e palazzotti (Palattu) per l’appunto costruiti in terra cruda.  In questo luogo  c’è un esempio interessante  di recupero architettonico effettuato con materiali naturali e luci a led per la  facciata delle “Ex Scuole Elementari”  sede del  Comune di San Gavino Monreale e .di cui è protagonista l’Architetto Genziana Fabiani specializzata in progettazione sostenibile e  membro dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura della sezione di Firenze ed a cui abbiamo rivolto alcune domande su questo recupero.

Ci può descrivere l’oggetto del recupero?

L’edificio è situato ai margini della Piazza Marconi; Il prospetto principale, sulla piazza, è caratterizzato da uno sviluppo simmetrico secondo l’asse centrale verticale, con una disposizione speculare delle aperture che presentano un notevole sviluppo verticale. Arricchiscono il prospetto elementi decorativi quali: la fascia marcapiano, riquadri e lesenature attorno alle aperture e un frontalino al centro del prospetto che presenta fregi e la scritta “Scuole Elementari”. I materiali utilizzati per la costruzione sono quelli tradizionali: basamento in pietra e muro in mattoni cotti e strutture orizzontali in legno. La facciata anteriore è realizzata in pietra e laterizio e, la posteriore, in mattoni crudi. Le aperture presentano piattabande, archi a sesto ribassato e stipiti, il tutto realizzato in mattone pieno. Gli infissi lignei originari sono stati sostituiti da elementi dello stesso materiale. L’edificio è tuttora utilizzato dal Comune: il piano terreno è adibito ad uffici amministrativi mentre il primo piano a sale di rappresentanza.

Quali sono stati gli obiettivi del recupero?

          L’intervento ha avuto come obiettivo il recupero dell’aspetto originario della facciata principale dell’edificio delle ex “Scuole Elementari”. Tale facciata costituisce, tra l’altro, il prospetto con la maggiore estensione sulla Piazza Marconi.  Considerata la posizione del manufatto e la sua attuale funzione, che lo rende fruibile dalla popolazione, l’obbiettivo è stato  recuperare il carattere di rappresentanza e monumentalità del prospetto, accentuato anche dalla scelta di usare l’accesso principale alla sede Comunale dalla piazza ripristinando uno dei due ingressi delle ex “Scuole Elementari”. Si è potuto recuperare, così, la permeabilità dell’edificio e contribuire alla “rivitalizzazione” della piazza stessa.  Il degrado riscontrato sul prospetto era dovuto, principalmente, alla non efficacia del sistema di deflusso delle acque meteoriche con effetti dirompenti sulla pittura e sugli intonaci. Anche gli elementi decorativi, soprattutto la zoccolatura, le due fasce marcapiano e il cornicione, realizzati in calcestruzzo, presentavano parziali distacchi.

Si rendeva necessario intervenire anche sulle inferriate di protezione realizzate in ferro battuto e anche sui due portoni lignei in corrispondenza degli accessi all’edificio.

La facciata presentava un’uniformità cromatica che “appiattiva” e non metteva in risalto gli elementi decorativi caratterizzanti il prospetto. L’effetto di questo “appiattimento” era riconducibile soprattutto alla scelta del colore, che, essendo molto chiaro e brillante non favoriva il “gioco” dato dal chiaroscuro che si genera quando una superficie, più o meno uniforme, viene colpita dalla luce.

Cosa l’ha spinta a studiare un effetto di luce sulla facciata?

Tenere in giusta considerazione l’effetto che avrebbe avuto, sulla percezione del manufatto, un’adeguata illuminazione notturna. Si è scelto un tipo di luce radente la superficie muraria, in modo da poter mettere in evidenza gli elementi decorativi e dare profondità al prospetto anche nelle ore notturne, in assenza di luce naturale.

Il progetto dell’illuminazione della facciata ha previsto l’utilizzo di un impianto con tecnologia LED di ultima generazione (Power LED) .Gli alloggiamenti sono stati integrati nel prospetto in modo da non essere visibili, La piazza presentava una illuminazione caratterizzata da corpi illuminanti non a norma riguardo l’inquinamento luminoso e soprattutto eccessiva; si è ritenuto pertanto importante perseguire la linea del risparmio energetico attraverso la sostituzione degli elementi illuminanti, recuperando nel contempo i pali esistenti e riducendo le lampade da 28 a 7 ottenendo risultati soddisfacenti.

 immagini sotto diurne e notturne -prima e dopo il restauro


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