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 My city 

Smart City e Smart Community. Le tecnologie a servizio dei sogni e dei bisogni dei cittadini

Si è svolto  ad Altavilla Vicentina (VI) e organizzato dal Forum ICT della Fondazione CUOA il convegno “Smart City e Smart Community. Le tecnologie a servizio dei sogni e dei bisogni dei cittadini”,  Sono stati coinvolti  attori del fenomeno delle “città intelligenti Al tavolo Pubblica Amministrazione, Università e imprese. Obiettivo: creare un network tra i principali attori del fenomeno delle Smart City per fare sistema nell’uso delle nuove tecnologie a servizio dei cittadini, anche in vista delle opportunità offerte da Horizon 2020, il programma dell’EU per l’innovazione e la ricerca, che destina all’Italia circa 30 miliardi di euro nei prossimi sei anni. Davide Bennato dell’Università degli Studi di Catania e Federico Neresini dell’Università degli Studi di Padova hanno riflettuto sulla funzionalità della mole di dati informatici oggi a disposizione: «I big data sono l’energia delle Smart City e le infrastrutture ICT, come ad esempio la banda larga, rappresentano uno spazio informativo e d’interazione importante per i cittadini. Occorre, tuttavia, tenere ben presente che non sono i dati a rendere le città intelligenti; il plus d’intelligenza e utilità deriva invece dal modo in cui i dati vengono impiegati». Da qui il ruolo fondamentale della Pubblica Amministrazione, che secondo  Gianni Dominici, Direttore Generale Forum PA, «è però spesso incapace di gestire la complessità sociale, perché adotta una logica bipolare che separa chi eroga il servizio pubblico da chi lo riceve in modo passivo. Le Smart City possono invece creare forme di cittadinanza attiva, coinvolgere i cittadini e il territorio quali portatori di conoscenze e competenze utili a risolvere le problematiche sociali». Molte sono le opportunità per innovare, innalzare il livello dei servizi e della partecipazione dei cittadini e rendere le città più attraenti ed efficienti. Paolo Colla, Amministratore Unico di Gruppo AIM S.p.A, ha sottolineato che «non occorre fare grandi investimenti o avere grandi strategie; si tratta piuttosto di intervenire nelle attività ordinarie dei servizi pubblici locali, che hanno il compito di favorire la coesione e la crescita territoriale. Nel settore dei trasporti la città di Vicenza ha fatto consistenti passi in avanti nella graduatoria delle città “smart”, grazie a soluzioni semplici e utili, come ad esempio il servizio serale a chiamata degli autobus attraverso il cellulare». Esempio concreto ed efficiente di Smart City è anche Treviso, grazie al progetto TREVISiOn-Treviso Sm@rt City: «oggi c’è un grande distacco tra cittadini e politica e parlare di Smart City permette di diminuire questa distanza. Con questo spirito è nato il nostro progetto», ha dichiarato Michele Masè, Presidente Associazione TREVISiOn-Treviso Sm@rt City, il quale ha anche evidenziato che «per rendere le città intelligenti risulta fondamentale coinvolgere la popolazione e gli stakholder». Gianluca Di Pasquale, Senior Advisor Between, ha toccato il tema scottante delle risorse a disposizione per finanziare progetti “smart”. «Occorre sempre più svincolarsi dai finanziamenti pubblici e trovare soluzioni autosufficienti o di partnership pubblico-privato. Tali risorse, tra l’altro, permettono alle Pubbliche Amministrazioni di intervenire nella spending review, migliorando ad esempio i servizi scolastici, grazie ad attività di crowfunding, o la mobilità cittadina (car-bike sharing, auto di condominio)». «Essere “smart” non è quindi un costo, ma un investimento», ha concluso Matteo Salin, del Forum ICT della Fondazione CUOA.

29 dicembre 2013


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